Città 30: cosa sono e quali sono gli obiettivi
Più lenti per ridurre incidenti, smog e rumore
Aumentare la sicurezza stradale, soprattutto per i cittadini più fragili come pedoni e ciclisti che rappresentano circa il 70% delle vittime di incidenti nei contesti urbani. Favorire la mobilità sostenibile riducendo inquinamento, rumore ed emissioni di gas serra. Facilitare l’economia di prossimità e agevolare lo sviluppo di uno spazio pubblico più attrattivo, democratico e a misura di bambini, anziani e disabili. Sono i principali obiettivi delle “Città 30”, una nuova visione urbana dove il limite di velocità dei veicoli è fissata a 30 km/h. Un modello con origine lontane, ma con consensi crescenti nell’ultimo decennio quando molte località hanno iniziato ad adottarlo con formule diverse. In alcune il limite è ristretto alle vie dei quartieri centrali, in altre più estesa con l’esclusione dei viali e in altre ancora comprensiva di misure aggiuntive come isole pedonali e rallentamenti artificiali.
Il #love30 dell’ONU
A sostenere la lentezza urbana sono le Nazioni Unite con la campagna #love30 lanciata nel maggio 2021 per sensibilizzare le amministrazioni a introdurre il limite dei 30 km/h in tutte le città del mondo. Un sollecito seguito ad ottobre dello stesso anno da una risoluzione del Parlamento europeo volto a ridurre la velocità nelle zone residenziali e dove la presenza di pedoni e ciclisti è alta. L’obiettivo è soprattutto abbattere il numero di vittime della strada (20.600 nella Ue nel 2022) per raggiungere i traguardi fissati nel 2018: -50% di morti entro il 2030 per arrivare all’azzeramento nel 2050. Meta più facile da perseguire con le Città 30 come confermano gli studi sulle città dove la modalità è già attiva. A Londra, tra il 1986 e il 2006, incidenti e morti si sono dimezzati, a Edimburgo l’adozione nel 2016 del limite ha fatto registrare -40% di incidenti, -33% di feriti e -23% di decessi. Ad Helsinki la mortalità dei pedoni si è azzerata rispetto ai 20-30 decessi/anno rilevati negli anni ‘90.
A Bruxelles in sei mesi gli incidenti sono calati del 22% e le vittime della strada del 50%. Non solo. I benefici sono andati oltre la sicurezza riducendo il ricorso all’auto (-15%) a favore di bici (+7%) e spostamenti a piedi (+5%) con conseguente calo di traffico e inquinamento atmosferico e acustico. A Barcellona studi sulla salute hanno rilevato consistenti tagli delle concentrazioni inquinanti capaci di evitare la morte prematura da smog di 667 persone/anno, di incrementare l’aspettativa di vita media di 200 giorni/persona e di generare risparmi economici per 1,7 miliardi di euro/anno. Risultati che hanno indotto il Governo a introdurre nel 2021 il limite urbano di 30 km/h nel Codice della Strada.
Le Città 30 in Italia
In Italia (450 incidenti, 602 feriti e 8 decessi al giorno) la prima a puntare all’estensione delle zone 30 è stata Cesena, rallentando circa il 40% della rete viaria. A seguirla altre località con provvedimenti più o meno estesi e con la sola Olbia a introdurre il limite su tutte le arterie cittadine. Tra i capoluoghi regionali il primato spetta a Bologna, ufficialmente Città 30 dal 1° luglio 2023, anche se l’obiettivo di raggiungere il 70% di strade “rallentate” è previsto con il nuovo anno. Nella stessa direzione vanno Torino e Milano, con il capoluogo lombardo “pronto” per il 2024.
Un elenco destinato ad allungarsi se verrà approvata la specifica proposta di legge promossa da 8 associazioni*. Un documento che stabilisce il limite urbano a 30 km/h, con possibili eccezioni a 50 km/h per le grandi arterie, e introduce i 20 km/h nelle strade residenziali e scolastiche. Previste anche la trasformazione degli spazi pubblici in ottica bike friendly, sistemi di moderazione della
velocità, rafforzamento dei controlli e campagne di educazione e informazione su mobilità sostenibile e sicurezza stradale.
L’aiuto delle auto elettriche
Non mancano, naturalmente, i contrari. Le critiche prevalenti sostengono che la velocità bassa aumenti il traffico e l’inquinamento poiché i veicoli sono meno efficienti ad andature ridotte. Osservazioni pertinenti, ma smentite dagli studi citati e contraddette da alcune puntualizzazioni. La prima è che le Città 30 dovrebbero favorire la riduzione delle auto sulle strade, quindi migliorare la fluidità del traffico con possibile conseguente incremento della velocità media che, ricordiamo, oggi è molto ridotta (intorno ai 15 km/h). La seconda riguarda la scarsa efficienza a bassa velocità che farebbe aumentare lo smog, argomentazione concreta per i veicoli a combustione, meno per quelli elettrici destinati a diffondersi in futuro. Anzi, l’uso di vetture a batterie eliminerebbe anche il “fastidio” di guidare a bassa velocità che obbliga a frequenti interventi sul cambio con i modelli a benzina e diesel.
*Legambiente, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis e Fondazione Michele Scarponi
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