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08/08/2023

Impronta carbonica dimezzata con le auto elettriche

Gli studi sul ciclo di vita confermano le doti green delle EV

Sono più green le auto elettriche o quelle a combustione? Considerate le emissioni zero allo scarico dei veicoli a batterie, la domanda appare banale. In realtà, per comprendere la vera impronta ambientale delle due tecnologie si devono considerare le emissioni di gas serra rilasciate durante tutto il ciclo di vita delle vetture, dal reperimento delle materie prime necessarie per la sua produzione fino al suo utilizzo e allo smaltimento delle sue componenti. Un percorso dove i modelli a pila sono penalizzati a causa dell’elevato impatto dovuto alla produzione e alla gestione del fine vita degli accumulatori. A rendere ancora più incerta la valutazione è la variabile energia, ossia la provenienza della corrente necessaria per alimentare le electric car che influisce non poco sul computo delle emissioni. Giusto per chiarire, rifornire le batterie con sola energia rinnovabile ha impronta minima, mentre farlo con corrente prodotta per il 100% con il carbone avrebbe un impatto altissimo. Una considerazione valida non soltanto per l’energia usata per la ricarica, ma pure per quella impiegata negli stabilimenti. Infine, a “pesare” sulle emissioni concorre la chimica delle batterie, tanto che alcuni studi ipotizzano che la CO2 per kWh emessa per produrre accumulatori può variare da 30 a 500 kg in base a luogo di fabbricazione e all’energia e alla tecnologia impiegate.

Veicoli elettrici più green per le analisi LCA

Ad aiutare a districare una complessità difficile da interpretare in modo intuitivo è la scienza con centinaia di studi. I più approfonditi sono quelli basati sull’analisi del “Life Cycle Assessment” (valutazione sul ciclo di vita, LCA) che, come indica il nome, considera l’impatto dei veicoli durante tutta la sua esistenza, dall’estrazione delle materie prime fino alla discarica. I risultati delle diverse analisi differiscono in base ai parametri considerati, in particolare al mix energetico valutato. In generale, gli esiti rilevano una “convenienza ambientale” a favore delle elettriche compresa tra il 20 e il 60%. A provare a fare sintesi è la think tank indipendente sul clima, Ecco con “Decarbonizzare i trasporti”, documento che riprende gli studi ritenuti più attendibili. Il principale è quello curato da DG Climate Action della Commissione Europea basato sull’attuale mix elettrico medio europeo. Il responso è che, a parità di potenza e dimensioni, un’elettrica ha emissioni di CO2 del 55% inferiore rispetto a un’auto a benzina e del 47% rispetto a una diesel. Un’analisi resa più interessante dalle prospettive di sviluppo future delle differenti alimentazioni. I 269 grammi/km rilevati nel 2020 per un’auto media a benzina potrebbero ridursi a 239 nel 2030 e a 218 nel 2050, con un potenziale di 164 g/km, sempre nel 2050, se lo sviluppo delle fonti rinnovabili sarà intenso. I valori per un’auto a gasolio sono di 229 g/km nel 2020, 197 nel 2030, 176 nel 2050 e 121 nella migliore delle ipotesi considerata. Valore, quest’ultimo, che coincide con quello delle elettriche nel 2020 (120 g/km), destinato a scendere a 67 nel 2030, a 45 nel 2050 e a 33 g/km con le “super rinnovabili”. Emissioni, queste ultime, ritenute dai relatori compatibili con la neutralità carbonica al 2050 e con il contenimento del surriscaldamento globale entro gli 1,5 °C.

 Un futuro promettente e “pulito”

Il report di Ecco cita altri studi LCA che ottengono risultati simili, come quelli dell’International Council of Clean Transportation (Icct) e di Transport and Environment (T&E). Quest’ultimo sottolinea, tra l’altro, che le elettriche sarebbero più green anche nei confronti delle ibride plug-in alimentate con carburanti sintetici (e-fuels) o biocarburanti, considerati poco efficienti dal punto di vista energetico. Altre analisi citate affermano che i modelli zero emissioni hanno minore impronta anche se prodotte in paesi, come la Cina, con mix energetici più “sporchi” a causa dell’uso intenso del carbone nella produzione di elettricità. Per concludere, aggiungiamo due considerazioni. La prima riguarda i margini di miglioramento della tecnologia elettrica evidenziato da diversi analisti. In particolare si ritiene che l’evoluzione chimica delle batterie possa andare verso una maggiore sostenibilità fin dalla produzione e che il riciclo delle materie prime presenti possa migliorare l’impronta delle stesse a fine vita. Inoltre, si attende un progressivo aumento della quota di rinnovabili a vantaggio soprattutto delle elettriche. La seconda osservazione, spesso trascurata, è l’assenza di emissioni inquinanti (polveri sottili, ossidi di azoto, ecc.) allo scarico delle elettriche, fattore destinato a rendere l’aria delle città più sana da respirare. Un fattore non secondario se si pensa che i decessi prematuri in Europa dovuti allo smog sono oltre 300.000, dei quali più di 1.200 sono bambini e adolescenti.

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