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Integrazione tra veicoli elettrici e reti intelligenti
Con BEV e reti “intelligenti” giù costi ed emissioni
Riuscirà la rete elettrica italiana a reggere con la prevista diffusione dei veicoli a batterie? Un quesito pertinente, ma privo di una risposta univoca con l’esito a dipendere dagli interventi che si faranno sull’infrastruttura elettrica nei prossimi anni. La buona notizia, però, è che l’avvento della mobilità elettrica potrebbe essere un’importante opportunità per rendere più efficiente la rete ottenendo consistenti risparmi economici e di emissioni di gas serra e di inquinanti. A rilevarlo è il report “Integrazione tra veicoli e reti elettriche: sfide e opportunità al 2030” realizzato da CESI, Motus-E, Politecnico di Milano e RSE con l’obiettivo di verificare le potenzialità offerte dalla transizione green al 2030.
Il contesto e le tecnologie: vehicle grid integration per una ricarica “intelligente” delle auto
L’analisi dei possibili impatti della mobilità elettrica sulle reti di distribuzione e dispacciamento inizia con la definizione degli scenari futuri. Il contesto preso in esame fa riferimento allo scenario coerente con il pacchetto europeo Fit for 55 che stima la presenza in Italia di 6,3 milioni di elettriche e di 1,2 milioni di ibride plug-in circolanti nel 2030. Anno nel quale si prevede un sistema elettrico con poco più di 100 GW di rinnovabili non programmabili (75 GW di fotovoltaico e 26 GW di eolico) con 15 GW di capacità di accumulo e una domanda elettrica di 362-366 Twh/anno.
Su tali premesse i ricercatori hanno applicato le soluzioni considerate più efficaci per l’integrazione tra rete e veicoli elettrici. In particolare, si è considerata l’applicazione delle tecnologie VGI, acronimo di vehicle grid integration, come la ricarica “intelligente” e lo scambio bidirezionale dell’energia tra rete e veicoli. Opzione, quest’ultima, pensata per stabilizzare il sistema elettrico e sfruttare in modo ottimale l’energia proveniente da fonti rinnovabili. Durante i picchi di domanda, infatti, la rete preleva l’energia dalle batterie delle auto parcheggiate evitando di doverla produrre, per restituirla quando Sole e vento sono intensi e generano più corrente di quella consumata. Il tutto con l’impiego di software capaci di gestire in modo dinamico i profili di ricarica rispettando le esigenze degli automobilisti di avere il “pieno” negli orari desiderati.
Un taglio del 40% di costi ed emissioni
I risultati delle simulazioni effettuate dagli studiosi con l’adozione delle tecnologie innovative citate sono confortanti. La possibilità di usare le auto elettriche come sistema di accumulo temporaneo consentirebbe di ridurre del 45% il surplus di generazione da fonti rinnovabili nella fase di dispacciamento elettrico che altrimenti verrebbe sprecato. Un’opportunità con molteplici vantaggi, con il primo di riuscire a limitare l’aumento di domanda di elettricità dovuta alla diffusione dei veicoli a batterie ad appena il 3% rispetto agli attuali valori. Un dato molto basso facilmente raggiungibile nei prossimi 7 anni. Non da meno gli altri benefici rilevati dallo studio: un abbattimento fino al 40% dei costi legati al dispacciamento (percentuale equivalente a un risparmio intorno agli 800 milioni di euro all’anno) e un taglio del 41% le emissioni di CO2 e altri gas inquinanti per effetto della minore produzione fossile, stimata in -1,5 TWh/anno. A rendere le prospettive ancora più allettanti è la possibilità di condividere i risparmi ottenuti con gli automobilisti in modo da abbattere i costi per l’uso dei veicoli a batterie.
Favorire l’integrazione
Se le potenzialità sono molto attrattive, per raggiungerle, avvertono i relatori del report, servono nuove regole e iniziative per favorire l’integrazione tra rete e veicoli e agevolarne lo sviluppo. Tra le molte proposte citiamo quella di rendere flessibile la potenza massima prelevabile (aumentandola nei periodi di basso carico senza maggiori oneri per l’utenza) o l’istituzione di incentivi per le Comunità di energia rinnovabile per facilitare la ricarica con elettricità green prodotta localmente. Suggerito anche lo stanziamento di un credito d’imposta specifico, possibilmente cedibile, per l’installazione contestuale di punti di ricarica, sistemi di accumulo di energia e impianti fotovoltaici.
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